Sicuramente sono molti gli animali che ispirano emozioni, fiducia reciproca e affetto sia negli adulti, sia nei bambini ma, il cavallo rimane uno dei migliori “compagni” di viaggio in quanto il legame che crea con l’uomo è uno dei più empatici.
Il cavallo è da sempre simbolo di fedeltà e amicizia, anche in virtù della sua indole perlopiù docile e mansueta che stimola la positività di chi lo avvicina.
È così ben disposto al rapporto con gli altri che si presta ad assecondare le esigenze della persona che entra in contatto con lui, facendo sì che il rapporto uomo/cavallo si basi su un perfetto equilibrio di fiducia, rispetto e dedizione reciproca.
Nell’immaginario collettivo raffigura principalmente la libertà, ma anche la grazia, la fedeltà e l’amicizia. Anche se spesso imponente, soprattutto per un bambino, nella maggior parte dei casi è solitamente docile e mansueto, portato a soddisfare integralmente le esigenze di chi lo voglia cavalcare.
Qualunque sia l’approccio, il cavallo è l’animale che maggiormente viene impiegato nella pet therapy. In realtà, non è il solo: anche i cani, i gatti e molti altri animali sono perfetti co-terapeuti. Ma il cavallo rimane sempre uno dei migliori compagni in percorsi di questo tipo, per molteplici motivi.
La riabilitazione tramite l’ausilio del cavallo può essere definita come un metodo terapeutico che coinvolge il paziente nella sua globalità di mente e corpo, col fine di promuovere la crescita fisica, professionale ed emotiva nelle persone che soffrono di ansia, autismo, depressione, sindromi genetiche, problemi comportamentali, traumi da abuso e molti altri problemi di salute mentale. Queste pratiche, dunque, possono aiutare l’individuo a costruire fiducia, auto-efficienza, comunicazione, prospettiva, abilità sociali, controllo degli impulsi ecc.
I benefici che ne derivano sono sia psicologici che fisici. Quelli fisici sono legati alla specifica posizione assunta in sella e alle caratteristiche del movimento del cavallo, che produce effetti positivi sulla muscolatura, sull’equilibrio, sul ritmo ed anche sui sistemi cardiaco e respiratorio.
Già nel 1946, la terapia equina fu introdotta in Scandinavia come riabilitazione dopo un’epidemia di poliomielite.
Il bambino è il target privilegiato nella terapia equestre. Studi scientifici hanno monitorato la reazione di alcuni di loro durante la terapia, dimostrando che entrare in sintonia con il cavallo, giocare, accudirlo, scoprire il carattere e i segnali con cui comunica, permette al bambino di affrontare condizioni limitanti sperimentando quindi delle emozioni che imparerà a conoscere tramite l’animale, instaurando un rapporto armonioso con lui; inoltre, il cavallo essendo molto sensibile, riesce a capirlo a fondo e a comprendere i suoi stati d’animo.
Poiché i cavalli hanno atteggiamenti simili agli esseri umani, è facile per i pazienti creare una connessione con questo animale, tant’è che queste terapie sono state riconosciute nel campo della salute medica e mentale dalla maggior parte dei principali paesi, dall’Europa agli Stati Uniti.
Gli stimoli acustici, visivi, olfattivi, ma soprattutto tattili e di equilibrio, sommati alla serenità di un ambiente immerso nella natura come può essere un maneggio, coadiuvano l’azione svolta dal cavallo durante la terapia.
Il bambino, così come l’adulto, si trova circondato da molte emozioni: passione, affetto, dedizione ad un animale che dona serenità, positività, fiducia, forza e coraggio; infatti, nella pet therapy è di fondamentale importanza il fatto che il cavallo riesca per sua natura ad instaurare con l’uomo un forte legame empatico: il cavallo percepisce perfettamente tutte le emozioni umane e reagisce ad esse immediatamente e naturalmente.
La sua grande sensibilità trasforma un semplice contatto in un legame molto profondo. Inoltre, condividere esperienze con il cavallo induce a mettersi in discussione e a imparare a pensare anche all’altro, non solo a se stessi. Il cavallo in cambio sa donare incondizionatamente affetto e uno stato d’animo più tranquillo.
Come detto pocanzi, anche altri animali come elefanti, conigli, asinelli, delfini, cani e gatti sono stati utilizzati per scopi terapeutici, ma i cavalli sono diventati l’animale più popolare da usare nella terapia, perché danno un riscontro immediato alle azioni del conduttore.
Una cura anche per l’ansia
La terapia equina può coinvolgere molto di più della semplice guida a cavallo. Questa abilità diventa particolarmente utile per coloro che sono alle prese con ansia, bloccati nella preoccupazione per il passato o nel pensiero catastrofico sul futuro. Questa attività incoraggia una persona a essere focalizzata sul compito in questione e quindi sul momento presente. A seconda della natura dell’ansia e della sua gravità, il terapeuta equino è in grado di prendere decisioni sui processi o sulle tecniche applicate nelle sessioni.
Un amico imparziale
I cavalli reagiscono solo al comportamento e alle emozioni del paziente e non sono distorti dall’aspetto fisico o dagli errori passati. I pazienti descrivono questo come cruciale per la terapia e ciò li aiuta ad aumentare l’autostima e la fiducia in se stessi.
Il mirroring: ti faccio vedere come sei tu
La loro natura di preda e animale da mandria li rende ipervigili e sensibili, rendendoli così osservatori appassionati. Il cavallo ha una tendenza innata a rispecchiare il comportamento, i movimenti fisici e le emozioni del paziente, che aiutano il partecipante a essere più consapevole di se stesso, permettendogli così di sentirsi osservati, al centro dell’attenzione, percepiti e importanti”.